C'è chi li ritiene la soluzione al traffico urbano e all'inquinamento delle nostre città, c'è chi a stento li conosce e c'è anche chi li conosce ma non li userebbe mai perché è ancora legato alla mobilità tradizionale e al possesso dell'auto. Stiamo parlando del car sharing e del car pooling, due fenomeni che sono cresciuti enormemente nell'ultimo decennio ma che, ancora oggi, in molti confondono. Car pooling e car sharing, infatti, non sono la stessa cosa anche se sono entrambi due tipi di mobilità sostenibile e smart. La confusione è accresciuta anche dal fatto che c’è un terzo tipo di condivisione da ricordare: quello dei taxi.
Car sharing: cos'è e come funziona
Car sharing vuol dire condividere l'auto, ma la traduzione letterale può trarre in inganno. La maggior parte dei servizi di car sharing, infatti, non sono altro che noleggi auto a brevissimo termine: una singola corsa. La tariffazione, infatti, è a tempo e/o a chilometro, mentre il servizio può essere "free floating" o "station based". Nel primo caso possiamo prendere e lasciare l'auto in diversi punti della città (ma di solito entro un'area ben stabilita), mentre nel secondo la potremo prendere e lasciare solo in apposite stazioni di parcheggio. La vettura si può prenotare tramite l'app del servizio, o tramite centralino telefonico, e la corsa inizia con lo "sblocco" dell'auto e finisce facendo tap sullo schermo dello smartphone o chiamando nuovamente il numero verde. Le piattaforme più conosciute e usate per il carsharing in Italia sono Enjoy, di Eni, e ShareNow, nato dalla fusione dei servizi di carsharing di BMW e Mercedes (DriveNow e car2go).
Car pooling: cos'è e come funziona
Car pooling vuol dire mettere insieme delle persone in una stessa auto, per fare un tragitto insieme. In questo modo si evita che ognuna di loro usi un'auto di proprietà per fare lo stesso tragitto che potrebbe fare nell'auto di un'altra persona. Questo fa bene all'ambiente, alla qualità della vita in città (perché riduce il traffico) e anche al portafogli (perché si possono dividere le spese). Un gruppo di colleghi che si mette d'accordo per prendere l'auto a turno per andare a lavoro è di fatto un car pooling, ma esistono delle piattaforme digitali per mettere in contatto persone che non si conoscono ma devono andare nello stesso luogo. Queste piattaforme integrano anche un sistema di pagamento, in modo che chi ci mette l'auto recupera parte delle spese. La piattaforma di car pooling tra privati più conosciuta è BlaBla Car, mentre quella di car pooling aziendale più usata in Italia è JoJob.
Taxi sharing: cos'è e come funziona
C'è anche un terzo tipo di sharing, di condivisione dei mezzi e dei percorsi: il taxi sharing, detto anche ride pooling, da non confondere col ride hailing. Con il taxi sharing e il ride hailing l'utente, tramite una piattaforma digitale, prenota un posto in auto per un tragitto. L'auto è guidata da un autista professionista e più passeggeri viaggiano contemporaneamente. Ogni passeggero paga la sua parte, in base al tragitto e al tempo, tramite l'app. Con il ride hailing, invece, l'autista è ancora un professionista, ma la corsa è esclusiva ed è quindi pagata dall'unico passeggero. La piattaforma di taxi sharing più grande al mondo è Free Now, ex MyTaxi, operata insieme da BMW e Mercedes. La piattaforma di ride hailing più grande è famosa al mondo, invece, è Uber.
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