Ci sono due grandi limiti, ancora oggi, alla diffusione delle auto elettriche: il costo d'acquisto e l'infrastruttura pubblica di ricarica. In molti vorrebbero guidare un EV tutti i giorni, ma non hanno il budget a disposizione. Gran parte del prezzo di una macchina elettrica (circa il 30%) dipende dalla batteria. Più è grande la batteria e più chilometri potremo fare con una carica, ma più costerà l'auto.
La capienza non è l'unico fattore che distingue una batteria dall'altra né l'unico che determina l'autonomia in modo assoluto.
Batterie auto elettriche: questione di kWh
La quantità di energia che può accumulare un'auto elettrica si misura in chilowattora (kWh): 1 kWh può alimentare (almeno in teoria) un motore dalla potenza ipotetica di 1 kW per sessanta minuti. La capienza delle batterie delle moderne auto elettriche varia molto da modello a modello: la nuova Peugeot e208 ha una batteria da 50 kWh, il SUV elettrico Audi e-tron da 95 kWh, il suo concorrente diretto Jaguar I-Pace da 90 kWh mentre la nuovissima Volkswagen ID.3 che arriverà sul mercato l'anno prossimo avrà batterie da 45, 58 o 77 kWh.
Batterie auto elettriche: la ricarica
Altra caratteristica tecnica molto importante nella scelta di una auto elettrica è il tipo di ricarica. Oggi tutti i modelli sul mercato possono essere ricaricati con due tipi di caricatore: a corrente alternata (AC) o a corrente continua (DC). I primi sono più lenti, perché hanno potenze che variano ai 3,3 kW ai 22 kW. I caricatori DC hanno potenze molto più alte: in teoria fino a 150 kW. Diciamo in teoria perché la cosa funziona se anche la colonnina riesce ad erogare quella potenza. Caricando a casa in corrente alternata alla potenza di 3,3 kW, nella migliore delle ipotesi, ci vogliono 10 ore per ricaricare una batteria di 33 kWh. Che sono appena un terzo della batteria di un SUV elettrico, come visto. Gli stessi 33 kWh si ricaricano in una quarantina di minuti da una colonnina pubblica a 50 kW e in un quarto d'ora da una colonnina a 150 kW. Questi tempi sono realistici, poi, solo se la colonnina eroga effettivamente quelle potenze: se la rete elettrica è troppo carica mentre la nostra auto è connessa, allora la colonnina potrebbe erogare molto meno.
Autonomia auto elettriche: non c'è solo la batteria
Detto questo, non basta una grande batteria per garantire una elevata autonomia. Una vettura elettrica pesante consumerà più energia elettrica di una vettura più leggera. Anche la velocità di marcia influisce: più si spinge e più si consuma, proprio come succede anche con benzina e diesel. Un grande, pesante, lussuoso e prestazionale SUV elettrico come la Mercedes EQC dichiara una autonomia massima di 400 km, con una batteria da 80 kWh. In teoria ha un consumo di 20 kWh ogni 100 chilometri percorsi, ma nella vita reale non è sempre così: quel consumo è realistico in extraurbano a velocità costante di circa 110 orari, ma se si pesta sul pedale dell'acceleratore si può arrivare a consumare anche 30 kWh ogni 100 chilometri. E l'autonomia, quindi, scende a circa 270 chilometri.
Auto elettriche: la frenata rigenerativa
Un ultimo parametro che influisce sull'autonomia delle auto elettriche è la frenata rigenerativa. Cioè il freno motore elettrico che recupera parte dell'energia quando alziamo il piede dall'acceleratore, per riaccumularla nella batteria. Una frenata rigenerativa più aggressiva aumenta di un bel po' l'autonomia, ma rende l'auto elettrica molto diversa da guidare rispetto ad una tradizionale vettura a benzina o diesel. In rilascio di acceleratore, infatti, la macchina rallenterà in maniera vistosa. La maggior parte degli EV oggi in commercio, per questo, offre la possibilità di impostare la frenata rigenerativa su almeno un paio di livelli diversi.
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