Stellantis, l'Italia resta centrale per la produzione
TORINO (ITALPRESS) - Più Fiat, più Mirafiori e una produzione in più per lo stabilimento lucano di Melfi. Sono state due settimane ad alta intensità d'Italia quelle che ha vissuto Stellantis, il gruppo nato dalla fusione di Fca e Psa nel 2021. Erano risposte attese dai lavoratori, in Italia sono 45mila, ma anche dall'intero settore che parte da Torino ma comprende l'intera penisola.
A suggellare questo impegno, il rilancio del marchio Fiat. "È stata una traversata del deserto, ma ci siamo. E dentro Stellantis il marchio Fiat ha un'altissima reputazione. Abbiamo pronte molte novità anche per il 2024 e il 2025" ha spiegato Olivier Francois, a capo del brand sinonimo di auto italiana nel mondo. Tutto questo, nonostante la nuova Topolino e la nuova 600 abbiano come sedi produttive il Marocco e la Polonia. Questo perché italiana saranno progettazione e creazione dei nuovi modelli, con l'impianto di Mirafiori che diventerà uno dei quattro grEEn-campus del gruppo nel mondo. Un investimento vicino ai 200 milioni di euro, che prevede la trasformazione della storica palazzina uffici e altre aree contigue della fabbrica torinese aperta nel 1939. In tutto 200 mila metri quadri che saranno riqualificati e dove lavoreranno circa 10mila persone, attualmente disperse in varie palazzine del comprensorio torinese, che ha una superficie di oltre due milioni di metri quadri e dove sono impiegate circa 16-17 mila persone.
Un livello occupazionale che sarà mantenuto complessivamente, al termine di questa trasformazione: diecimila saranno white collar e gli altri saranno blue collar, ovvero produrranno vetture. Ma non solo, sempre a Mirafiori sorgerà il Battery Technology Center, che sarà inaugurato nella seconda metà dell'anno, dove verranno condotti i test prestazionali e la validazione dei componenti delle batterie (celle/moduli/pacchi) durante le fasi di sviluppo e produzione. Dalla joint venture con Punch Powertrain, denominata e-Transmissions Assembly, nasceranno i nuovi cambi che saranno sviluppati in una struttura che diverrà operativa all'inizio del 2024. A Mirafiori resteranno le linee di assemblaggio e montaggio di Fiat e Abarth 500 full-electric, Maserati Levante, Quattroporte, Ghibli e le nuovissime GranTurismo e GranCabrio, disponibili anche nella versione Folgore 100% elettrica. "Mirafiori è uno dei pilastri del nostro piano sull'Italia, insieme alla Gigafactory di Termoli e all'assegnazione delle piattaforme produttive di prossima generazione agli impianti italiani: Stla Medium a Melfi e Stla Large a Cassino" ha detto Xavier Chéreau capo globale delle risorse umane e della trasformazione di Stellantis.
Anche perché il made in Italy piace. A luglio le 500e hanno rappresentato il 60% delle vetture full electric vendute dall'intero gruppo, ma di queste l'80% è andato all'estero. Un controsenso pensando alla Topolino che arriverà sulle nostre strade dal Marocco. Il motivo è presto detto, le vetture elettriche in Italia non si vendono per carenza di incentivi, sono troppo care. Uno squilibrio che ha portato il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, a incontrare lunedì il ministro Adolfo Urso. È in quella sede che il manager portoghese ha annunciato l'intenzione di produrre un quinto modello oltre ai quattro già annunciati su Melfi, dove sono previsti investimenti superiori ai 100 milioni. Si tratterà di modelli premium di alto valore per marchi stranieri, più uno italiano sulla nuovissima piattaforma STLA-M. Confermata anche la gigafactory a Termoli, il polo della logistica europeo a Rivalta e ancora su Mirafiori il polo europeo dell'economia circolare. A Pomigliano d'Arco Alfa Romeo e Dodge aumenteranno i volumi, dubbi invece per la Panda in vista della normativa Euro 7 che ne mette a rischio il futuro. Confermate infine le produzioni per i veicoli commerciali ad Atessa e Pratola Serra, Maserati a Modena e Cassino.
Foto: ufficio stampa Stellantis
(ITALPRESS).
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