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Il futuro dell'auto è nell'idrogeno?

di Italpress   
Il futuro dell'auto è nell'idrogeno?

ROMA (ITALPRESS) - Sono passati 40 anni dai primi prototipi, e quasi venti da quando Opel presentò per le strade di mezz'Europa una Zafira, la Hydrogen3. La tecnologia utilizzata era la stessa su cui si lavora ancora oggi, con l'idrogeno liquido stoccato nel serbatoio e celle di combustibile che alimentavano un motore elettrico da 82 cavalli, coppia massima di 215 Nm, da zero a 100 km/h in circa 16 secondi, velocità massima 160 km/h.

Era il 2004, e durante la Fuel Cell Marathon che portò lo Zafira a idrogeno dalla Norvegia al Portogallo passando per Torino, General Motors annunciò di voler mettere in vendita veicoli di questa tipologia nel 2010.

L'idrogeno pareva a portata di mano, poi è andata diversamente, con lo sviluppo impetuoso dei veicoli a motore elettrico con batterie agli ioni di litio.

Per molte categorie di mezzi, però, potrebbe essere l'idrogeno a essere preminente. A cominciare dai camion, i veicoli a celle di combustibile alimentati a idrogeno sono, infatti, particolarmente adatti per le lunghe distanze.

Volvo prevede di commercializzarli già entro la seconda metà di questo decennio, dopo che saranno stati conclusi i test in strada in un territorio non proprio agevole: sopra il Circolo Polare Artico, nel nord della Svezia. Perché questo è un altro vantaggio dell'idrogeno: non teme né il gelo né il caldo eccessivo, a differenza dei veicoli elettrici. Non solo, l'idrogeno può anche essere utilizzato per alimentare i motori tradizionali, specialmente quelli diesel, con i dovuti adattamenti. Ci lavora da tempo la Toyota, così come la multinazionale Punch, nei suoi laboratori di Torino.

In attesa di novità, oggi ci sono in commercio solo tre auto a idrogeno: la Toyota Mirai, la Hyundai Nexo e l'Honda Clarity.

Tutte e tre hanno un prezzo di partenza intorno ai 70 mila euro. E poi ordinabile anche l'Opel Vivaro-e Hydrogen, con 400 chilometri di autonomia.

E il pieno? A differenza delle auto elettriche, si fa in pochi minuti ma per ora è possibile rifornirsi in soli due impianti del profondo Nord: a Mestre e Bolzano. Entro il 2026, grazie a 103 milioni del Pnrr, la rete sarà ampliata con altri 36 distributori: 9 impianti saranno realizzati in Veneto, 6 in Trentino-Alto Adige, 5 in Piemonte e 4 in Lombardia. Da Roma in giù il deserto, con soli cinque impianti previsti in Puglia, Calabria e Sardegna.

In futuro però, quando l'idrogeno potrà viaggiare nei gasdotti - progetto a cui lavora da tempo Italgas - le cose potrebbero cambiare rapidamente.

Foto: ufficio stampa Stellantis

(ITALPRESS).

xb2/tvi/abr/sat/red

di Italpress   
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